Interviste

GIFFONI FF 2025: Nek si apre ai giovani: “Non abbiate paura di fallire”

today18 Luglio 2025 32

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Un incontro speciale con Filippo Neviani, in arte Nek, ha inaugurato la 55ª edizione del Giffoni Film Festival, regalando ai giffoners un momento di musica, riflessione e connessione autentica.

Siamo fatti per amare“: non è solo una delle canzoni più iconiche di Nek, ma anche il filo conduttore del suo dialogo con i ragazzi nella prima giornata di Giffoni 2025. L’artista, da sempre vicino al mondo giovanile, ha partecipato a un confronto profondo sul tema dell’anno: “Diventare umani”.

Durante l’incontro nella Sala Truffaut, Nek è sceso tra i giovani spettatori, guardandoli negli occhi, ascoltando le loro domande e condividendo abbracci ed emozioni. Un gesto simbolico che ha aperto un dialogo sincero, fatto di racconti personali, aneddoti e soprattutto di musica.

La musica come passione e strumento di crescita.

Stimolato dalle domande dei ragazzi, Nek ha raccontato il suo esordio:

Una mia cara zia percepì in me un talento e mi suggerì di prendere lezioni di chitarra. Avevo dieci anni e iniziai per accontentarla, ma fu amore a prima vista. Quando si fa qualcosa con passione, non si sente fatica. Vi auguro di vivere una vita piena di passione.”

Essere umani in un mondo artificiale
Nel suo intervento, Nek ha toccato uno dei temi più sentiti dell’edizione: l’autenticità in un’epoca dominata da filtri, intelligenza artificiale e aspettative sociali.

Diventare umani significa prendersi cura degli altri, ma soprattutto di sé stessi. Se ci accettassimo per come siamo, e accettassimo l’altro per com’è, il mondo avrebbe un passo diverso. Come diceva Papa Francesco: ‘la vita non serve se non si serve’. Diventare umani è una forma d’amore.”

 

Il consiglio di Lucio Dalla e l’importanza del fallimento

Tra le tante riflessioni, anche un ricordo speciale:

Lucio Dalla mi disse che per avere successo bisogna soffrire e sacrificarsi. Il successo è dedizione, impegno, verità.”

Non è mancato un pensiero sulla musica come esperienza collettiva:

“La musica è un dono divino, una cura, un ponte tra cielo e terra. Si suona e si canta quando si sa che qualcuno ti ascolta. È il modo più umano che abbiamo di connetterci.”

e se Nek avesse 20 anni oggi…

Probabilmente proverei i talent. Ma non rinuncerei mai alla cantina, alla sala prove. Altrimenti mi sentirei artificiale. Il bisogno di sentirmi umano nasce dal suonare, dal fare musica vera.”

Durante l’incontro con i ragazzi della sezione Impact, Nek ha anche elogiato la cantautrice emergente Mariasole, definendo “una fortuna gigantesca” l’aver potuto ascoltare la sua voce e le sue parole.

Il fallimento fa parte della vita. Non è qualcosa da temere, ma un’occasione per cambiare direzione, crescere e trovare nuova forza.”

Emozioni vere, tra palco e platea

A Giffoni, Nek ha confermato ciò che tanti ragazzi presenti hanno percepito: l’emozione, quella autentica, non si può replicare artificialmente. E quel soprannome datogli da Lucio Dalla, “Nekkino”, oggi racchiude un’intera filosofia: quella di un artista umano, vicino alle persone, che non ha mai smesso di credere nel potere della musica come atto d’amore.

Scritto da: Angelo Cattivelli

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