Avviso ai naviganti: se pensavi che la saga di Final Destination fosse morta e sepolta, beh… la Morte non ci sta.
E torna più vendicativa che mai con “Final Destination: Bloodlines”, sesto capitolo del franchise cult che ha segnato l’adolescenza di mezza internet (e ci ha fatto diffidare di ogni camion con i tronchi sul tetto 🌲🚚).
La novità? Stavolta la Morte gioca sul lungo periodo: non si accontenta di vendicarsi, ma lo fa generazione dopo generazione. E lo fa con stile. Macabro, certo. Ma pur sempre stile.
Cosa c’è di nuovo in questo Final Destination?
Il legame di sangue è tutto
Il titolo non mente: Bloodlines mette al centro il legame tra passato e presente, tra nonne che vedono il futuro e nipoti che cercano di scamparla. Stefanie (Kaitlyn Santa Juana) è la nuova protagonista Gen Z perfetta: studia al college, ha incubi inquietanti e scopre che tutta la sua famiglia è nel mirino della Morte.
La colpa? Una premonizione della nonna Iris negli anni ’60, che ha “rovinato” i piani del Tristo Mietitore salvando centinaia di vite. E ora la Morte vuole sistemare le cose. A modo suo.
Stessa formula, ma più sangue (e ironia)
Come sempre, la trama è solo un pretesto per quello che vogliamo davvero: morti assurde, splatter creativo e quel mix di tensione + ironia che rende unica questa saga. E Bloodlines lo fa bene. Anzi, benissimo.
⚠️ Trigger warning: alcune scene sono così elaborate da sembrare quasi delle mini-opere d’arte… macabre, ma pur sempre arte.
Perché la Gen Z lo amerà (e lo sta già condividendo)
L’horror diventa meme
La bellezza di questo nuovo Final Destination? Parla alla nostra generazione. Non solo perché i protagonisti sono giovani, ma perché il film gioca con la cultura pop, inserisce battute sarcastiche, musiche vintage perfette da TikTok e ci ricorda che, in fondo, “tanto morire dobbiamo tutti”.
E no, non è depressivo. È liberatorio. È l’horror che ti fa ridere e saltare dalla sedia allo stesso tempo. Un po’ come guardare una compilation di fail, ma con più sangue.
Non solo paura: c’è anche un messaggio (ma leggero)
Dietro le risate e le scene splatter, c’è anche un messaggio sottile: a volte paghiamo gli errori delle generazioni prima di noi. E questo, in un’epoca in cui si parla di crisi climatica, debiti studenteschi e caos politico, suona un po’ familiare.
Ma tranquilli, Final Destination: Bloodlines non fa la morale. Ti lancia un messaggio, poi ti lancia anche una trave in faccia. Letteralmente.
Vale la pena vederlo? Spoiler: sì 🩸
Se ami l’horror senza troppe pretese ma con tanto carattere, questo è il film giusto. Nonostante i 110 minuti (un po’ più lunghi del solito), il ritmo regge grazie a:
✅ Scene cult da ricordare
✅ Colonna sonora top
✅ Ritorno epico di Tony Todd (per l’ultima volta)
✅ Atmosfera che sa mixare vintage e moderno
E anche se non rivoluziona nulla, “Final Destination: Bloodlines” aggiorna la formula senza snaturarla, rendendola perfetta per una nuova generazione di spettatori – quella che posta reaction su Instagram mentre guarda film horror con gli amici 🍿📱
In breve: da vedere, condividere, commentare
Se sei cresciuto con Final Destination, questo è un upgrade nostalgico e divertente
Se sei nuovo alla saga, non serve recuperare tutto: il format è chiaro fin da subito
Se ami l’horror con un tocco di ironia, ti farà impazzire
📅 Final Destination: Bloodlines esce il 15 maggio al cinema – non perderlo.
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